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Visualizzazione dei post con l'etichetta Geopolitica

Dopo le bombe, i byte. La guerra ibrida tra USA, Iran e Israele

Nella notte tra sabato e domenica, le bombe americane hanno colpito i siti nucleari iraniani con una precisione chirurgica che ha fatto rumore nel mondo fisico. Ma mentre le polveri si depositavano a Fordow e Isfahan, un altro fronte si apriva, invisibile agli occhi ma cruciale: il cyberspazio. E lì, non ci sono sirene né detriti, solo silenzi improvvisi nelle connessioni, pacchetti che non arrivano, servizi che collassano. Da quel momento, l’escalation digitale ha cominciato a prendere forma, accelerando quella che è, a tutti gli effetti, una guerra informatica attiva tra Iran, Israele e Stati Uniti. Nei minuti successivi ai bombardamenti, l’Iran ha cominciato a limitare drasticamente l’accesso alla rete. Una mossa difensiva, certo, ma anche preventiva. Staccare i cavi è una strategia antica quanto efficace: nessuna connessione, nessuna infiltrazione, nessuna fuga di dati. È stato documentato un blackout della connettività con punte del 97% in alcune regioni. La linea è semplice: se t...

Troppo pericolose insieme. Cina e Russia sono davvero alleate?

Secondo un’inchiesta pubblicata dal New York Times, confermata anche dal Financial Times e da fonti ucraine, hacker cinesi avrebbero violato i sistemi informatici russi rubando informazioni militari sensibili, comprese quelle sulla guerra in Ucraina. È un episodio clamoroso che mette in dubbio la tanto sbandierata "partnership senza limiti" tra Vladimir Putin e Xi Jinping. Mentre a livello ufficiale Mosca e Pechino si mostrano unite contro l’Occidente e proclamano intese strategiche, nel cyberspazio sembrano valere altre logiche: quelle del sospetto reciproco e della supremazia informativa. I gruppi cinesi, probabilmente legati all’intelligence di Pechino, hanno preso di mira agenzie statali russe e contractor della difesa, sottraendo piani, analisi e forse perfino vulnerabilità operative. Questa non è una semplice contraddizione, è una crepa. E fa emergere una realtà molto più spietata: l’interesse nazionale viene prima di ogni alleanza ideologica, soprattutto quando si parl...

Quando ti rubano il segnale, Israele dentro la tv iraniana IRIB

Oggi la tv di stato iraniana IRIB è stata interrotta da un attacco informatico. Le immagini regolari sono state sostituite da slogan antigovernativi, video di proteste e messaggi contro il regime. I media israeliani parlano apertamente di un’operazione condotta da Israele. L’Iran accusa “il nemico sionista” e ammette che la trasmissione del canale IRIB-1 è stata effettivamente compromessa. Non è la prima volta che succede qualcosa del genere. Era già accaduto nel 2022, sempre contro IRIB. Ma stavolta lo scenario è più sofisticato. Il punto debole, quasi sicuramente, è stato l’uplink: il momento in cui il segnale televisivo viene inviato al satellite. Compromettendo quel passaggio, è possibile sostituire il segnale e trasmettere contenuti alternativi. Serve accesso fisico o remoto a una stazione di trasmissione, oppure la capacità di simulare il segnale con un attacco SDR ben calibrato. In alternativa, se si ha già il controllo della sorgente del feed – per esempio da dentro l’infrastru...

Credo che lo Stato israeliano sfrutti Predatory Sparrow per paralizzare l’Iran da dentro (Dati distrutti, pompe ferme, stipendi bloccati, etc.)

Negli ultimi giorni il collettivo hackers autodenominatosi Predatory Sparrow (in persiano Gonjeshke Darande) ha rivendicato di aver paralizzato la Bank Sepah, la più grande banca statale dell’Iran, collegata ai Guardiani della Rivoluzione (IRGC) e gravemente sanzionata dagli USA per il suo ruolo nel finanziare programmi bellici. Secondo diverse fonti, il sito della banca è offline, gli sportelli ATM non funzionano e le transazioni sono bloccate. Disruption che si estende anche alle stazioni di servizio, dove molte pompe non riescono a processare pagamenti perché connesse a Bank Sepah. A rendere il tutto ancora più significativo, poche ore fa Nobitex, il principale exchange di criptovalute in Iran, ha confermato di essere stato vittima di un grave attacco informatico: oltre 48 milioni di dollari in asset digitali sono stati sottratti, principalmente Tether (USDT) sulla rete Tron. L’exchange rappresentava una delle poche vie alternative al sistema bancario ufficiale iraniano, spesso usat...

Iron Dome non è stato hackerato

Negli ultimi giorni, alcune testate iraniane e fonti vicine a canali non ufficiali hanno diffuso la notizia che l’Iran sarebbe riuscito a “hackerare” il sistema di difesa israeliano Iron Dome durante gli attacchi missilistici di ieri. Secondo queste affermazioni, i sistemi difensivi sarebbero stati manipolati o confusi, al punto da intercettare in modo errato i missili in arrivo, o addirittura colpire obiettivi non previsti. Questa narrazione è tanto spettacolare quanto, a mio parere, priva di fondamento tecnico. Credo sia doveroso chiarire una cosa: non esistono ad oggi prove concrete che attestino un hacking del sistema Iron Dome. Nessun dato pubblico, nessun dettaglio tecnico, nessuna analisi credibile che dimostri un'intrusione cibernetica diretta nei meccanismi di targeting, comando o comunicazione del sistema. Quello che invece è ben documentato è l’uso da parte dell’Iran di una tattica di saturazione: centinaia di missili e droni lanciati in simultanea, con l’obiettivo di so...

La guerra invisibile, Israele e Iran si sfidano anche nel cyberspazio

Il conflitto iniziato il 13 giugno 2025 tra Israele e Iran segna l’inizio di una guerra ibrida senza precedenti, dove agli attacchi fisici si affianca un fronte invisibile ma altrettanto strategico: quello digitale. Israele ha lanciato l’operazione “Rising Lion” colpendo obiettivi chiave del programma nucleare iraniano attraverso raid aerei, cyber sabotaggi e droni kamikaze. Dall’altra parte, l’Iran ha risposto con centinaia di missili e droni in volo su Israele, nel tentativo di infliggere danni materiali e destabilizzare il nemico anche dal punto di vista psicologico. Sul fronte cyber, l’Iran ha intensificato le attività di spionaggio e disinformazione, prendendo di mira giornalisti, istituzioni e civili israeliani. Campagne di spear-phishing sempre più sofisticate sono state attribuite a gruppi iraniani legati ai servizi di intelligence. In uno dei casi più eclatanti, un noto giornalista israeliano è stato ingannato da un’e-mail mascherata da comunicazione ufficiale firmata Jason Gr...

Iran dice di aver hackerato Israele... Ma dove sono i log?

L’Iran ha annunciato al mondo di essere entrato in possesso di documenti nucleari israeliani: roba grossa, dicono, con tanto di piani militari, dettagli su centrali atomiche e persino informazioni personali su alti funzionari. Una bomba, ma solo sul piano mediatico. Perché di prove concrete? Zero. La notizia è rimbalzata ovunque, ma con una nota curiosa: nessun file pubblicato, nessun leak tecnico, nessun hash, nessun log, nessun riferimento a vulnerabilità sfruttate. Solo un annuncio a reti unificate e un breve video con schermate vaghe. Per essere un’operazione cibernetica di tale portata, è come dire “ho violato la CIA” mostrando una mail Outlook stampata male. Israele, da parte sua, ha fatto spallucce. Nessuna conferma, nessun allarme rosso, nessun comportamento che faccia pensare a una reale compromissione. E anche gli analisti più cauti parlano di “operazione psicologica”: uno show per scaldare gli animi in patria e testare la reazione internazionale. Un po’ come quei malware pro...

Cyber-resistenza, il ruolo dei Black Owl nella strategia ucraina

Dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina nel 2022, il cyberspazio è diventato un campo di battaglia cruciale. Tra i protagonisti di questa guerra cibernetica emergono i "Black Owl", un gruppo di hacker affiliato alla Direzione Principale dell'Intelligence del Ministero della Difesa ucraino (HUR). Le loro operazioni hanno inflitto danni significativi alle infrastrutture militari e logistiche russe. Nel settembre 2024, i Black Owl hanno colpito siti web russi legati alla logistica militare, come "okrug.ru" e "vashhotel.ru", accedendo a dati sensibili sul movimento delle truppe. Hanno lasciato come firma l'immagine di un gufo sopra un teschio trafitto, simbolo ricorrente delle loro incursioni. Non operano da soli: collaborano con altri gruppi pro-Ucraina, come il "VO Team", e insieme hanno preso di mira oltre 800 server russi, incluse istituzioni finanziarie come Alfa Bank e Rostelecom. A febbraio 2024, hanno violato anche i...

L’Europa arma la cyberdifesa, ma funzionerà davvero?

Il 6 giugno 2025, i ministri Ue della telecomunicazione hanno approvato un nuovo "Blueprint" per affrontare crisi informatiche su scala europea. L’obiettivo è ambizioso: creare una risposta strutturata e multilivello agli attacchi informatici, con una vera catena di comando tra enti civili, militari, tecnici e politici. Il sistema si attiva quando un attacco supera le capacità di uno Stato membro o coinvolge più paesi contemporaneamente. Si articola in tre livelli principali: tecnico (monitoraggio e allerta precoce), operativo (coordinamento tra centri nazionali e CERT), e politico (gestione strategica e comunicazioni ufficiali). A supervisionare ci sono organismi come ENISA, il network EU-CyCLONe e il Political and Security Committee (PSC). Sul piano militare, la risposta è integrata nella cornice della Politica di Sicurezza e Difesa Comune (CSDP), con il contributo di agenzie come la European Defence Agency (EDA) e la cooperazione rafforzata PESCO. Esistono già contatti dir...

Da deserto a potenza. Israele e l’evoluzione dell’intelligence tecnologica

Israele è un Paese piccolo, sia per dimensioni che per popolazione, ma negli ultimi decenni ha saputo affermarsi come una delle principali potenze militari e tecnologiche del mondo. In particolare, la sua capacità di sviluppare tecnologie avanzate nel campo dell’intelligence e della cybersicurezza ha attirato l’attenzione di molte nazioni, che osservano con interesse – e talvolta con ammirazione – il suo approccio. Anche personalmente, guardo con rispetto ciò che Israele ha saputo costruire nel campo dei software di sorveglianza, delle tecnologie militari e dei sistemi di difesa avanzati. Non è solo una questione di forza, ma di visione strategica, ricerca scientifica e capacità di adattamento a un contesto complesso e instabile. Il punto di partenza di questa trasformazione è stato un mix di necessità e creatività. Circondato da minacce costanti fin dalla nascita, Israele ha dovuto investire in innovazione per garantire la propria sicurezza. Da questo contesto sono nate alcune delle a...

Pechino offre taglie su presunti hacker taiwanesi, realtà o propaganda

La notizia arriva da Guangzhou, Cina meridionale, le autorità locali hanno pubblicato foto, nomi e perfino i numeri di documento di oltre 20 presunti hacker legati a Taiwan, accusandoli di una serie di cyberattacchi su infrastrutture sensibili cinesi, dalle forze armate all’energia, fino a istituzioni a Hong Kong e Macao. Dulcis in fundo: c’è pure una taglia sulla loro testa. Ma quanto c’è di vero? La mia sensazione è chiara, questa storia ha più il sapore di una messinscena che di un’operazione seria di controspionaggio. Non è la prima volta che Pechino alza il tiro in chiave propagandistica, specialmente su Taiwan, e ogni volta le “prove” sono sempre piuttosto nebulose. Il comunicato diffuso dalla Cina parla di una “unità digitale” taiwanese creata apposta per condurre operazioni cibernetiche contro la Repubblica Popolare, con l’aiuto – udite udite – dell’intelligence statunitense. Insomma, il pacchetto completo: Taiwan come burattino degli USA, impegnata a destabilizzare la Cina. Il...

L’ombra lunga di APT36. Phishing nel 2025? Funziona ancora. Eccome

A volte sembra che il mondo della cybersecurity corra troppo veloce per i criminali comuni. Eppure, poi leggi notizie come quella di APT36 – un gruppo hacker pakistano legato a operazioni di spionaggio militare – che prende di mira ufficiali della Difesa indiana con una semplice email di phishing... e capisci che la vera arma non è il malware, ma la psicologia.  Pakistan vs India: una rivalità lunga quanto il dopoguerra Per capire il contesto serve un minimo di geopolitica. India e Pakistan non si sopportano praticamente dalla nascita. Dal 1947 ad oggi, si sono fronteggiati in guerre aperte, crisi nucleari, scontri di confine in Kashmir e battaglie diplomatiche all’ONU. La cybersecurity è solo il nuovo fronte di un conflitto eterno. Nel grande risiko globale: India è allineata con Stati Uniti, Israele e Francia in ambito militare e tecnologico. Pakistan è storicamente vicino alla Cina, ma mantiene forti legami con la Turchia e, in parte, con l’Iran. Gli USA hanno fornito armi sia a...