Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Diritto

Quando tre anni non bastano, riflessioni su chi tradisce il segreto di Stato

Quando ho letto la notizia della condanna a 37 mesi di carcere per un ex analista della CIA, tratto in giudizio per aver trasmesso a un giornalista informazioni classificate riguardanti piani militari israeliani, la prima reazione è stata una stretta allo stomaco. Non solo per il contenuto della vicenda, ma per la pena: appena tre anni e un mese. Poco più di mille giorni per aver violato un dovere che dovrebbe essere sacro, soprattutto per chi lavora in ambito intelligence o in posizioni sensibili per la sicurezza nazionale. In un mondo dove i dati sono potere e il potere può significare vita o morte, mi sembra francamente troppo poco. L’uomo, secondo le fonti giudiziarie statunitensi, ha passato a un giornalista dettagli altamente classificati, legati a potenziali operazioni militari. Informazioni coperte dal livello “Top Secret”, quello che negli Stati Uniti indica dati la cui diffusione non autorizzata può provocare “grave danno alla sicurezza nazionale”. Il massimo livello. Eppure,...

Accesso ai log dei trojan forensi, sentenza storica o rischio per le indagini?

Essere calabrese, significa anche avere a cuore una battaglia che per altri è solo una notizia di cronaca: la lotta contro le mafie, contro i sistemi criminali che ancora oggi soffocano la nostra terra. Ecco perché la recente sentenza della Cassazione sulle intercettazioni digitali mi tocca in modo personale. La sentenza Il 16 maggio 2025, la Corte di Cassazione ha stabilito che la difesa ha diritto ad accedere ai file di log generati dai trojan usati nelle intercettazioni. In pratica, questi file indicano quando, dove e come è stato attivato il captatore informatico (trojan). La logica è chiara: se lo Stato usa strumenti così invasivi, è giusto che ci sia trasparenza e controllo legale. Ma da informatico e cittadino di questa terra martoriata, non posso non vedere il rischio serio che si sta aprendo. Ma chi protegge chi lavora nell’ombra? Dietro ogni trojan c'è un lavoro tecnico complesso. C'è un informatico forense, c'è un agente, a volte un infiltrato, spesso un giudice ...

Collaborare con lo Stato dopo averlo bucato. Gratteri, la cybersicurezza e una legge che ha funzionato

Negli ultimi mesi si è parlato spesso della Legge 90/2024, entrata in vigore quasi un anno fa, come uno degli strumenti più concreti nella lotta alla criminalità informatica. E stavolta non si tratta di teoria o promesse da convegno. A raccontare un'applicazione concreta e sorprendente è stato Nicola Gratteri, oggi Procuratore della Repubblica a Napoli, ma per noi calabresi da sempre un punto di riferimento, visto il suo passato alla guida della Procura di Catanzaro. Durante un intervento pubblico, Gratteri ha spiegato come questa nuova normativa abbia permesso allo Stato di agire in maniera decisa in un contesto in cui, fino a poco tempo fa, era quasi impotente: il dark web. Il caso di cui ha parlato sembra uscito da una serie TV, ma è tutto reale. Un giovane hacker – capace di penetrare il dominio del Ministero della Giustizia – aveva accesso potenziale alle procure italiane. Avrebbe potuto cancellare nomi da un fascicolo, iscrivere qualcuno a caso (persino lo stesso Gratteri, ...