Negli ultimi giorni, diversi media hanno rilanciato titoli allarmanti riguardo un presunto "colossale data breach" contenente 16 miliardi di credenziali. A prima vista sembra un evento senza precedenti, ma scavando sotto la superficie ci si accorge che si tratta dell’ennesimo esempio di disinformazione amplificata, forse con lo scopo di creare panico e vendere soluzioni di sicurezza a suon di FUD (Fear, Uncertainty and Doubt). Il cosiddetto “Mother of all Breaches” (MOAB) altro non è che un aggregato di dati provenienti da centinaia di vecchie violazioni, alcune delle quali risalenti anche a più di un decennio fa. In pratica, nulla di nuovo sotto il sole. La maggior parte di queste credenziali erano già pubblicamente disponibili su forum, database e marketplace nel dark web. Nessuna evidenza concreta è emersa che indichi una nuova violazione di piattaforme attualmente attive. Quello che colpisce è il modo in cui molti articoli abbiano riportato la notizia senza verificarne la...
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