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Hai letto l’ultima PEC? No? Potresti aver perso una causa

È una domanda semplice, quasi sciocca se vogliamo, ma con conseguenze che possono essere devastanti: se vi arriva una PEC, siete sicuri di accorgervene in tempo? Di leggerla? Di capirne l’urgenza e reagire come si deve, magari entro quei pochi giorni che la legge vi concede prima che la macchina giudiziaria vi travolga? Può sembrare un’esagerazione, ma esistono casi in cui un processo è andato avanti senza una delle parti perché questa, semplicemente, non ha letto in tempo una PEC di notifica. Non si è costituita. Non ha potuto difendersi. E ha perso.

A quel punto si tenta, quando possibile, la remissione in termini: chiedere cioè al giudice di tornare indietro perché la parte era impossibilitata a conoscere l’atto nei tempi previsti. Ma si tratta comunque di un rimedio, non di una garanzia. La posta elettronica certificata ha pieno valore legale, e l’onere di monitorarla è tutto in capo al destinatario.

Le ragioni per cui una PEC può passare inosservata sono tante – e spesso banali:
  • mancata configurazione della PEC su un client di posta;
  • password scaduta e non aggiornata, che blocca la ricezione;
  • casella condivisa: un utente legge e marca come "letto", l’altro non se ne accorge;
  • utilizzo della sola webmail, ma dimenticanza nel controllarla;
  • PEC inviata a un indirizzo secondario o dimenticato;
  • cancellazione accidentale del messaggio;
  • rimozione da parte di antivirus o antispam troppo aggressivi.
Questi casi non sono eccezioni. Sono situazioni comuni, quotidiane. La digitalizzazione impone l’obbligo di dotarsi di strumenti tecnologici, ma non garantisce che questi vengano usati correttamente o gestiti con costanza. E quando si parla di PEC, l’impatto legale può essere grave.

Per evitare problemi che possono avere conseguenze anche irreversibili, è consigliabile adottare alcune semplici precauzioni:
  • inviare periodicamente una PEC di test a se stessi, per verificare che il servizio funzioni correttamente;
  • impostare l’inoltro automatico della PEC verso un indirizzo e-mail ordinario che si consulta abitualmente;
  • attivare, se disponibile, la notifica via SMS all’arrivo di nuovi messaggi;
  • verificare che l’indirizzo PEC pubblicato su INI-PEC, Registro Imprese o Albi sia corretto e attivo;
  • prestare attenzione alla gestione condivisa delle caselle, per evitare che un messaggio “letto” da qualcuno venga ignorato da altri.
Nel sistema digitale, non basta avere una PEC. Serve garantirne il monitoraggio, perché equivale a ricevere una raccomandata giudiziaria o un atto ufficiale. Non leggerla in tempo può significare l’esclusione dal proprio stesso diritto a difendersi.

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