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Collaborare con lo Stato dopo averlo bucato. Gratteri, la cybersicurezza e una legge che ha funzionato

Negli ultimi mesi si è parlato spesso della Legge 90/2024, entrata in vigore quasi un anno fa, come uno degli strumenti più concreti nella lotta alla criminalità informatica. E stavolta non si tratta di teoria o promesse da convegno. A raccontare un'applicazione concreta e sorprendente è stato Nicola Gratteri, oggi Procuratore della Repubblica a Napoli, ma per noi calabresi da sempre un punto di riferimento, visto il suo passato alla guida della Procura di Catanzaro.

Durante un intervento pubblico, Gratteri ha spiegato come questa nuova normativa abbia permesso allo Stato di agire in maniera decisa in un contesto in cui, fino a poco tempo fa, era quasi impotente: il dark web.

Il caso di cui ha parlato sembra uscito da una serie TV, ma è tutto reale. Un giovane hacker – capace di penetrare il dominio del Ministero della Giustizia – aveva accesso potenziale alle procure italiane. Avrebbe potuto cancellare nomi da un fascicolo, iscrivere qualcuno a caso (persino lo stesso Gratteri, come ha detto con tono diretto e inquietante), oppure manipolare informazioni sensibili. Un attacco ai nervi della macchina giudiziaria.

L’hanno preso. Ma invece di chiudere lì la storia, grazie alla nuova legge, sono riusciti a fargli fare un passo in più: collaborare. Fiducia, strategia, e la possibilità concreta – prevista dalla norma – di ottenere una pena ridotta in cambio di collaborazione e restituzione dei profitti illeciti.

Il risultato? Otto mesi di intercettazioni mirate e un colpo al cuore delle economie criminali digitali: 34 milioni in bitcoin, sequestrati nel dark web, convertiti in euro e già versati nel Fondo Unico Giustizia. Un colpo secco, diretto, che ha dimostrato come il sistema può funzionare, se supportato da strumenti adeguati e da persone competenti.

Questo episodio è emblematico anche per chi si occupa di cybersecurity: ci mostra che il confine tra hacker e collaboratore può essere sfruttato con intelligenza. Che la cybersicurezza non è solo questione di firewall e patch, ma anche di strategia giudiziaria, di fiducia, di leggi aggiornate ai tempi. E che lo Stato, se ben attrezzato, può essere efficace anche nel profondo del dark web.

E se qualcuno si chiede ancora se la Legge 90/2024 fosse necessaria… beh, ecco la risposta più concreta possibile.

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