Con l’arrivo di iOS 26 alcuni utenti hanno segnalato un comportamento insolito: al riavvio del dispositivo, il sistema operativo obbliga a connettersi a una rete WiFi prima di poter completare la configurazione post-update. Un requisito che non compare nelle note di rilascio ufficiali Apple e che, se confermato, solleva più di un dubbio sul piano della sicurezza e della trasparenza. In condizioni normali, un iPhone può funzionare anche solo con la connessione dati cellulare, ma la richiesta esplicita di WiFi suggerisce che il sistema debba completare verifiche remote con i server Apple — autenticazione, certificati, servizi iCloud — che forse non vengono gestiti correttamente tramite rete mobile. Nei forum internazionali dedicati alle beta di iOS 26 circolano segnalazioni di problemi analoghi: dispositivi che al riavvio non hanno accesso a internet pur mostrando una connessione attiva, necessità di riconnettersi manualmente o reset delle impostazioni di rete per tornare operativi. Se la procedura diventa un blocco forzato, il rischio non è banale: utenti senza WiFi disponibile potrebbero ritrovarsi con un iPhone temporaneamente inutilizzabile, esponendosi anche a criticità in contesti di emergenza dove l’accesso rapido al dispositivo è fondamentale. Da un punto di vista di sicurezza informatica, questa dinamica apre due scenari. Nel migliore dei casi, si tratta di un bug legato alla gestione delle connessioni in iOS 26 che Apple correggerà con una patch. Nel peggiore, l’introduzione silenziosa di un vincolo tecnico che obbliga a passare da reti WiFi controllabili dall’utente e quindi più facili da intercettare rispetto a una connessione cellulare diretta. Al momento non ci sono conferme ufficiali da parte di Apple e le testimonianze restano frammentarie, ma l’anomalia merita attenzione. Per chi sta valutando l’aggiornamento a iOS 26 il consiglio è prudenza: effettuare il passaggio solo avendo a disposizione una rete WiFi sicura e monitorare attentamente il comportamento del dispositivo al primo riavvio, in attesa di capire se si tratta di una semplice svista tecnica o dell’ennesimo passo verso un controllo più pervasivo del terminale.
A Torino è stata presentata la squadra nazionale italiana di cybersicurezza, il Team Italy 2025-2026, composta da dieci studenti selezionati tra licei, istituti tecnici e università chiamati a rappresentare l’Italia nelle prossime competizioni nazionali e internazionali. La squadra parteciperà, a ottobre, allo European Cybersecurity Challenge che si terrà a Varsavia: una vetrina importante dove i giovani talenti mettono alla prova tecniche di difesa e attacco in scenari simulati e controllati. Alla base della preparazione c’è un approccio pratico e collettivo: training e addestramento gratuiti organizzati dal Cybersecurity National Lab del CINI, che trasformano il gioco in formazione concreta per professionisti di domani. Questo percorso mostra come il mondo delle CTF (capture the flag) non sia solo svago ma una palestra fondamentale per allenare competenze applicabili alla protezione di infrastrutture strategiche come ospedali, scuole e aeroporti. Le CTF vanno celebrate: offrono scena...
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