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Sovranità digitale. La guerra dei sistemi operativi, come Russia e Cina stanno sganciandosi dall’Occidente (la lezione orientale che l’Europa ignora)

Negli ultimi anni ho notato un fenomeno che, in Italia, passa spesso sotto traccia: in oriente – e parlo soprattutto di Cina e Russia – c’è un vero e proprio decoupling digitale. Non si tratta solo di “preferenze tecnologiche”, ma di scelte politiche e strategiche.

Da noi Microsoft, Google e Amazon sono lo standard di fatto nelle pubbliche amministrazioni e nelle grandi aziende. In Russia e in Cina, invece, questi nomi diventano progressivamente “indesiderati”.

La logica della sovranità tecnologica
Quando un governo si affida a software e cloud americani, consegna potenzialmente dati sensibili a un’infrastruttura estera, soggetta a leggi come il Cloud Act USA. In un contesto geopolitico teso, questo è visto come un rischio di sicurezza nazionale.
La risposta di Mosca e Pechino è stata chiara: sostituire tutto ciò che è occidentale con alternative nazionali.
 
Cina: il laboratorio del “made in China digital”
In Cina lo stato spinge con forza su sistemi operativi e software locali:
  • UOS (UnionTech OS) e Kylin OS, distribuzioni Linux che rimpiazzano Windows nei ministeri e negli enti pubblici.
  • WPS Office, suite cinese che fa le veci di Microsoft Office.
  • Alibaba Cloud e Huawei Cloud come risposta ad AWS e Azure.
  • WeCom e DingTalk invece di Teams o Slack.
  • E sui telefoni, Huawei ha lanciato HarmonyOS, un Android “de-googlizzato” che ormai è mainstream nel mercato interno.
In sostanza, la Cina ha costruito un ecosistema digitale parallelo, non solo per ragioni di sicurezza, ma anche per rafforzare il controllo interno e stimolare l’industria locale.

Russia: digitalizzazione sotto sanzioni
La Russia ha intrapreso un percorso simile, accelerato dopo le sanzioni del 2014 e ancor più dopo il 2022.
  • Astra Linux è il sistema operativo ufficiale per il settore governativo e militare, certificato a livello di sicurezza nazionale.
  • MyOffice sostituisce Microsoft Office.
  • VK WorkSpace prende il posto di Teams.
  • Yandex Cloud e SberCloud coprono il fronte cloud.
  • E per i telefoni, si spinge su Aurora OS, anche se la diffusione resta limitata rispetto ad Android.
Qui il driver principale non è solo il controllo politico, ma anche la necessità di resilienza: quando sei tagliato fuori da Microsoft, Apple e Google, devi avere alternative per non spegnere la macchina statale.

La lezione per l’Europa
Guardando queste mosse dall’Italia e dall’Europa, la domanda che mi pongo è: noi cosa stiamo facendo per la nostra sovranità digitale?

Dipendiamo completamente da Microsoft 365, AWS, Google Workspace. Se domani per motivi geopolitici queste aziende chiudessero i rubinetti, quanti enti pubblici resterebbero operativi?

Non sto dicendo che dobbiamo copiare il modello cinese di controllo o quello russo “forzato” dalle sanzioni. Ma il tema della cyber-indipendenza è sul tavolo: cloud europei, sistemi open source, normative sulla gestione dei dati.

Il punto è che la cybersicurezza non è più solo un fatto tecnico, è una partita geopolitica. E mentre Russia e Cina giocano la loro, noi sembriamo ancora convinti che Microsoft sia eterna e neutrale.

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