Passa ai contenuti principali

Nuovo malware prende di mira WSL (Windows Subsystem for Linux)

Sono stati creati numerosi campioni dannosi per il sottosistema Windows per Linux (WSL) con l'obiettivo di compromettere le macchine Windows, evidenziando un metodo subdolo che consente agli operatori di rimanere sotto il radar e ostacolare il rilevamento da parte dei popolari motori anti-malware.

Il "mestiere distinto" segna il primo caso in cui è stato trovato un attore di minacce che abusava di WSL per installare payload successivi.

"Questi file hanno agito come caricatori che eseguono un payload che è stato incorporato nel campione o recuperato da un server remoto e quindi inserito in un processo in esecuzione utilizzando le chiamate API di Windows", hanno affermato i ricercatori di Lumen Black Lotus Labs in un rapporto pubblicato giovedì.

Sottosistema Windows per Linux, lanciato nell'agosto 2016, è un livello di compatibilità progettato per eseguire eseguibili binari Linux (in formato ELF) in modo nativo sulla piattaforma Windows senza il sovraccarico di una macchina virtuale tradizionale o di una configurazione dual-boot.

I primi artefatti risalgono al 3 maggio 2021, con una serie di binari Linux caricati ogni due o tre settimane fino al 22 agosto 2021. Non solo gli esempi sono scritti in Python 3 e convertiti in un eseguibile ELF con PyInstaller, ma i file sono anche orchestrati per scaricare shellcode da un server di comando e controllo remoto e utilizzare PowerShell per svolgere attività successive sull'host infetto.

Questo payload "shellcode" secondario viene quindi iniettato in un processo Windows in esecuzione utilizzando le chiamate API di Windows per ciò che Lumen ha descritto come "esecuzione di file binari da ELF a Windows", ma non prima che il campione tenti di terminare i prodotti antivirus sospetti e gli strumenti di analisi in esecuzione sulla macchina . Inoltre, l'uso di librerie Python standard rende alcune delle varianti interoperabili sia su Windows che su Linux.

"Finora, abbiamo identificato un numero limitato di campioni con un solo indirizzo IP instradabile pubblicamente, indicando che questa attività è di portata piuttosto limitata o potenzialmente ancora in fase di sviluppo", hanno affermato i ricercatori. "Poiché i confini un tempo distinti tra i sistemi operativi continuano a diventare più nebulosi, gli attori delle minacce trarranno vantaggio dalle nuove superfici di attacco".

Commenti

Popolari

CTF, talento e gioco di squadra. Il Team Italy pronto alla sfida europea

A Torino è stata presentata la squadra nazionale italiana di cybersicurezza, il Team Italy 2025-2026, composta da dieci studenti selezionati tra licei, istituti tecnici e università chiamati a rappresentare l’Italia nelle prossime competizioni nazionali e internazionali. La squadra parteciperà, a ottobre, allo European Cybersecurity Challenge che si terrà a Varsavia: una vetrina importante dove i giovani talenti mettono alla prova tecniche di difesa e attacco in scenari simulati e controllati. Alla base della preparazione c’è un approccio pratico e collettivo: training e addestramento gratuiti organizzati dal Cybersecurity National Lab del CINI, che trasformano il gioco in formazione concreta per professionisti di domani. Questo percorso mostra come il mondo delle CTF (capture the flag) non sia solo svago ma una palestra fondamentale per allenare competenze applicabili alla protezione di infrastrutture strategiche come ospedali, scuole e aeroporti. Le CTF vanno celebrate: offrono scena...

Il fantasma di Stuxnet. Quanto siamo pronti a fermare un attacco simile nel 2025

Quindici anni dopo la scoperta di Stuxnet, il malware che nel 2010 dimostrò la possibilità concreta di sabotare un impianto industriale attraverso il codice, la domanda sul ripetersi di un’operazione simile è più attuale che mai. All’epoca, la combinazione di zero-day Windows, driver firmati con certificati contraffatti e la manipolazione dei PLC Siemens che controllavano le centrifughe iraniane segnarono una svolta epocale: per la prima volta un’arma informatica aveva prodotto un effetto fisico su larga scala, nascosta dietro feedback falsificati che trassero in inganno gli operatori. Non era un malware generico, né un ransomware, ma una vera e propria operazione militare digitale disegnata per un obiettivo specifico. Dal 2010 al 2025 lo scenario è cambiato radicalmente. Le infrastrutture industriali sono sempre più connesse con reti IT e servizi cloud, ampliando una superficie d’attacco che un tempo era confinata in ambienti isolati. Le tecniche offensive si sono evolute: non solo ma...

iPhone 17 Pro, la nuova frontiera della sicurezza Apple

Apple ha presentato con la serie iPhone 17 (incluse le versioni Pro) una delle sue evoluzioni più importanti in ambito sicurezza, puntando esplicitamente a contrastare spyware sofisticati e vulnerabilità di memoria – tipico punto di ingresso per attacchi mirati. Ecco cosa cambia davvero, cosa resta da fare e perché queste novità sono rilevanti per chi si occupa di sicurezza informatica. Quando si parla di sicurezza sui nuovi iPhone 17 Pro, le innovazioni più significative sono: - Memory Integrity Enforcement (MIE): nuova protezione hardware/software “always-on” che combina vari meccanismi per impedire exploit basati su bug di memoria. - Enhanced Memory Tagging Extension (EMTE): è il “cuore” della protezione, su cui si basa la gestione più sicura della memoria, con tagging, confidenzialità dei tag, e allocatori di memoria più robusti. - Applicazione difensiva su aree sensibili del sistema, incluso il kernel e più di settanta processi “userland” considerati ad alto rischio. - MIE avrà ef...