Passa ai contenuti principali

Uno sguardo al repository PowerShell for Hackers

In uno dei canali Discord che frequento, qualcuno ha condiviso un link a un progetto chiamato PowerShell for Hackers (https://powershellforhackers.com/). Il contenuto si è rivelato degno di approfondimento: si tratta infatti di una raccolta ben strutturata di script PowerShell a scopo offensivo, pensata per dimostrare — in modo concreto — come il linguaggio possa essere utilizzato per attività di attacco, sia in ambito legittimo (pentesting, red teaming) sia in scenari malevoli.

PowerShell è da tempo uno degli strumenti preferiti per eseguire operazioni in modalità fileless, sfruttando la sua presenza nativa nei sistemi Windows, l’integrazione profonda con il sistema operativo e la possibilità di aggirare in parte le misure di rilevamento tradizionali.

Il repository GitHub dietro PowerShell for Hackers, curato da I-Am-Jakoby, raccoglie numerosi script che permettono operazioni come:
  • Bypass dei controlli UAC, mediante binari di sistema abusabili (fodhelper.exe, eventvwr.exe, sdclt.exe);
  • Raccolta delle credenziali Wi-Fi salvate in chiaro tramite comandi netsh;
  • Estrazione di dati sensibili dai browser (cookie, cronologia, credenziali salvate);
  • Persistenza tramite modifiche al registro di sistema o attività pianificate;
  • Attività di ingegneria sociale, come prompt falsi o modifica dell’ambiente desktop utente.
Non si tratta di exploit nel senso classico, ma piuttosto di una dimostrazione pratica di quanto sia semplice costruire un payload efficace utilizzando unicamente strumenti legittimi già presenti nel sistema: approccio Living off the Land (LotL).

Per chi si occupa di difesa, analizzare strumenti come questo è fondamentale per vari motivi:
  • Identificare strumenti di sistema frequentemente abusati, da monitorare o limitare;
  • Comprendere pattern comportamentali sospetti da inserire nelle regole SIEM;
  • Rafforzare le configurazioni di sicurezza di PowerShell (modalità Constrained Language, firma degli script, AppLocker, WDAC, logging avanzato);
  • Migliorare le capacità di detection e hunting su endpoint, tramite log dettagliati (ScriptBlockLogging, ModuleLogging, ecc.).
Un altro aspetto rilevante è la facilità con cui queste tecniche possono essere inserite in payload fisici (ad esempio con dispositivi tipo Rubber Ducky), oppure sfruttate da utenti con accesso locale non privilegiato.

In definitiva, PowerShell for Hackers non è una “minaccia” in sé, ma uno strumento didattico interessante, utile sia per chi si occupa di offensiva che per chi lavora nel campo della sicurezza difensiva. Analizzarlo con spirito critico aiuta a rimanere aggiornati sulle tecniche in circolazione e a testare concretamente la postura di sicurezza dei propri ambienti Windows.

Commenti

Popolari

IPv6, come siamo passati dai camuffamenti (tunnel broker) su IRCNet alle sfide di sicurezza di oggi

All’inizio degli anni 2000, prima che l’IPv6 fosse una realtà comune, per connettersi alla nuova rete servivano i tunnel broker: nodi messi in piedi da appassionati o provider che permettevano di avere un indirizzo IPv6 incapsulato dentro IPv4. In Italia c’erano nomi che oggi sembrano quasi leggendari: NGnet, Zibibbo, e poi, su scala più internazionale, SixXS, che per anni ha fornito tunnel di altissima qualità fino a dichiarare “mission accomplished” e chiudere nel 2017. Erano anni in cui IPv6 era roba da smanettoni, e la comunità IRCNet italiana era uno dei posti dove questo “potere” trovava applicazioni creative. Personalmente lo usavo per camuffare il mio IPv4: mentre con un indirizzo 95.x.x.x il server IRC mostrava il reverse DNS dell’ISP, con IPv6 potevo scegliere il mio indirizzo nel blocco assegnato, evitando di esporre il mio IP reale e cambiandolo a piacere. In quel periodo circolavano anche strumenti curiosi, come ipv6fuck.c dell’autore “schizoid”, un codice C che serviva pe...

WinRAR sotto attacco, zero-day critica sfruttata da hacker russi

Il 10 agosto 2025 è stata resa pubblica la vulnerabilità CVE-2025-8088 di WinRAR, una falla di tipo directory traversal già sfruttata in attacchi mirati da RomCom, gruppo hacker legato alla Russia e noto per operazioni di cyber-spionaggio ed estorsione. Il problema risiede nella gestione dei percorsi all’interno di archivi compressi: un file RAR malevolo può includere riferimenti a directory specifiche del sistema, forzando WinRAR a estrarre file in percorsi diversi da quelli scelti dall’utente. In particolare, è possibile copiare eseguibili nelle cartelle di avvio automatico di Windows, come %APPDATA%\Microsoft\Windows\Start Menu\Programs\Startup o %ProgramData%\Microsoft\Windows\Start Menu\Programs\StartUp. Alla successiva accensione del PC, il malware viene avviato in automatico, ottenendo così persistenza sul sistema e potenzialmente consentendo il controllo remoto. Gli attacchi osservati sono stati condotti tramite campagne di spear-phishing: le vittime ricevevano email contenenti...

Nuovo attacco agli ambienti ibridi Microsoft, l’allarme lanciato a Black Hat. Active Directory ed Entra ID sotto esame, la tecnica che sfida MFA e controlli tradizionali

A Black Hat USA 2025 è stata mostrata una lezione dura ma utile per chiunque gestisca identità e mail aziendali: un ricercatore ha dimostrato come, in certi ambienti ibridi che sincronizzano Active Directory locale con Microsoft Entra ID (ex Azure AD), un account cloud apparentemente a bassa priorità possa essere trasformato in un account “ibrido” con privilegi amministrativi, senza passare dalle normali barriere di autenticazione e senza far scattare gli allarmi tradizionali. La dimostrazione — presentata da Dirk-jan Mollema di Outsider Security — ha messo in luce vettori di abuso legati al server di sincronizzazione (Entra Connect), alle modalità di corrispondenza degli account tra on-prem e cloud (soft matching) e a token/claim usati nei meccanismi di delega e in Exchange ibrido. Per chi non mastica quotidianamente questi termini: molte aziende hanno ancora un Active Directory “dentro l’azienda” per utenti e servizi, e allo stesso tempo usano servizi cloud come Microsoft 365. Per fa...