Nel pieno di un conflitto che vede contrapposti due Paesi profondamente diversi per dimensioni, risorse e mezzi, l’Ucraina continua a stupire per la sua capacità di adattarsi, colpire nei punti deboli e sfruttare ogni spiraglio con grande intelligenza strategica.
Secondo un recente articolo di TVP World, l’intelligence militare ucraina (HUR) avrebbe violato i sistemi informatici dell’Agenzia Federale del Trasporto Aereo della Russia, ottenendo dati altamente sensibili. Parliamo di centinaia di documenti riservati, raccolti per oltre un anno e mezzo, che rivelerebbero la grave crisi strutturale dell'aviazione civile russa, messa in ginocchio dalle sanzioni occidentali.
Si tratta solo di un’azione di disturbo? Forse. Ma forse no.
In un conflitto dove l’Ucraina è chiaramente in svantaggio numerico e territoriale – un Paese più piccolo, con meno risorse militari, sotto attacco da una potenza nucleare – l’astuzia e le operazioni asimmetriche possono diventare l’unica vera arma capace di fare la differenza. E l’ambiente cyber si conferma sempre più il terreno ideale per queste battaglie invisibili.
Non è una novità che Kiev punti molto sul fronte informatico: già dai primi giorni di guerra si è parlato di una “IT Army” ucraina, formata da volontari ed esperti di tutto il mondo. Ma adesso sembra che queste capacità si stiano affinando, diventando veri strumenti strategici in grado di scardinare interi comparti industriali e militari nemici.
È abbastanza per ribaltare il corso della guerra? Difficile dirlo. La Russia, non dimentichiamolo, non è certo un’analfabeta digitale: anzi, ha una lunga storia di operazioni informatiche complesse, sofisticate e spesso molto efficaci.
Ma proprio per questo, se l’Ucraina riuscirà a vincere – o almeno a resistere – non sarà solo grazie ai missili occidentali o ai tank forniti dai Paesi NATO. Sarà anche e soprattutto grazie a questo tipo di operazioni: intelligenti, invisibili, eppure devastanti.
In un mondo dove la forza bruta non è più sufficiente, la guerra si combatte sempre più con l’astuzia. E, forse, l’Ucraina lo ha capito prima di tutti.
Commenti
Posta un commento