Qualche giorno fa ho parlato con il mio amico Alessandro, che è stato di recente in Russia per lavoro. Tra le tante cose strane che mi ha raccontato, ce n'è una che mi ha colpito subito: in certe zone, soprattutto di notte, capita che il cellulare smetta completamente di prendere la linea, niente 4G, niente connessione, niente di niente. Non è una questione di copertura scarsa o di disservizio tecnico, è una scelta voluta e pianificata. Mi ha detto che gli hanno spiegato, in modo piuttosto diretto, che questa cosa si fa per motivi di sicurezza, in particolare per contrastare i droni. All’inizio ho pensato fosse una di quelle storie un po’ gonfiate, tipo “in Russia succede di tutto”, ma poi mi sono incuriosito e ho cominciato a cercare.
In effetti, è tutto vero. In alcune regioni, come Pskov, Leningrado o Novgorod, è stato documentato che vengono interrotte le reti mobili, in particolare la rete 4G, durante la notte. Ufficialmente si parla di “lavori tecnici”, ma diversi giornalisti e analisti hanno confermato che dietro c’è molto di più: si tratta di una misura collegata alla difesa anti-drone. I droni oggi non sono solo quelli dei film o delle fiere di elettronica, sono strumenti bellici veri, capaci di trasportare esplosivi o fare ricognizione. Alcuni di questi droni possono usare la rete cellulare per comunicare, inviare dati, essere controllati a distanza o orientarsi sfruttando segnali GPS assistiti da rete. In contesti di guerra o di tensione militare, una rete attiva può diventare una risorsa anche per il nemico. Spegnere il 4G, quindi, diventa un modo per ridurre la “superficie d’attacco” tecnologica: senza rete, i droni perdono una parte importante delle loro capacità. È una misura brutale, ma efficace.
In parallelo, vengono attivati sistemi di guerra elettronica che mandano in tilt le comunicazioni radio e satellitari nel raggio di decine di chilometri. Ci sono mezzi mobili, come il sistema Zhitel, capaci di interferire con il GPS, il GLONASS, le bande GSM e LTE, e rendere praticamente cieco qualsiasi dispositivo telecomandato che dipenda da questi segnali. Per far funzionare bene questi jammer, però, serve che ci sia il minimo “rumore” possibile nello spettro radio, quindi spegnere del tutto le reti civili, per quanto impattante, è un modo per pulire l’aria e lasciare spazio alle contromisure militari.
Dal punto di vista tecnico e da appassionato di cybersec, è affascinante vedere come tutto questo vada ben oltre l’idea che abbiamo delle “interferenze” o delle difese digitali. Qui si agisce direttamente sulle infrastrutture, si chiude il rubinetto dell’informazione per non far passare nemmeno un bit che possa essere usato da un drone nemico. È un uso estremo dello spettro, che mette in secondo piano la vita civile in nome della sicurezza. Eppure, non è fantascienza né futuro, è qualcosa che succede ora, in un paese non poi così lontano da noi.
Pensare che oggi una rete mobile possa diventare un’arma, o un problema di sicurezza nazionale, cambia un po’ il modo in cui guardiamo ai nostri telefoni, ai segnali che ci tengono connessi, e a quanto tutto questo sia fragile. Alessandro, con la sua SIM che all’improvviso diventava inutile, ha toccato con mano quello che, da qui, possiamo solo immaginare leggendo tra le righe di qualche report.
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