Passa ai contenuti principali

Otter.ai e le riunioni registrate a tua insaputa: un rischio sottovalutato

In ambito cybersec si parla spesso di malware, phishing e violazioni clamorose, ma ci sono rischi ben più silenziosi, legati a servizi che usiamo ogni giorno con troppa leggerezza. Uno di questi è Otter.ai, noto tool di trascrizione automatica che, se connesso al proprio account Google, può comportarsi in modo decisamente invasivo.

Molti utenti, semplicemente registrandosi con l’account Google e senza modificare le impostazioni predefinite, si ritrovano con Otter.ai che si inserisce automaticamente in tutte le riunioni con link presenti nel calendario (Google Meet, Zoom, Teams). Il software entra in silenzio, registra l’audio, trascrive e – dettaglio ancora più critico – può condividere il contenuto con tutti i partecipanti alla call.

Nessun popup, nessuna richiesta di conferma: tutto avviene in background, perché da policy Otter si considera "autorizzato" a intervenire su ogni evento del calendario una volta concessi i permessi iniziali. Il rischio? Partecipare (o peggio, far partecipare inconsapevolmente) un bot registratore a riunioni riservate, anche aziendali o legali, senza averlo mai deciso realmente.

Diversi utenti su Reddit e Hacker News hanno segnalato casi reali in cui Otter.ai ha trascritto conversazioni sensibili, a volte condividendole in automatico. Anche disattivando alcune opzioni, il comportamento non sempre si è rivelato coerente.

Ho testato personalmente il comportamento dell'applicazione: una volta autorizzata con il proprio account Google, basta aggiungere nel calendario un evento con un link a una riunione – anche su Teams – e il bot di Otter può entrare automaticamente nella call, senza essere esplicitamente invitato, e iniziare a registrare. Il tutto senza alcuna notifica o richiesta di conferma. Una dinamica che può facilmente sfuggire di mano, soprattutto in contesti dove la riservatezza è fondamentale.

Chi lavora con dati sensibili dovrebbe rivedere subito i permessi concessi. È possibile disattivare la funzione di auto-join nelle impostazioni di Otter.ai o, meglio ancora, scollegare del tutto l’integrazione col calendario Google. In alternativa, è consigliabile evitare l’uso dell’account Google per la registrazione iniziale.

Questo non è un attacco a Otter.ai, che resta uno strumento utile se ben configurato, ma un invito a riflettere su come la comodità di certe automazioni possa facilmente sfociare in perdita di controllo. La sicurezza, anche quella delle nostre riunioni, passa prima di tutto dalla consapevolezza.

Commenti

Popolari

Attenzione al phishing via Booking.com , un caso reale e subdolo

Di recente, mio fratello mi ha raccontato un'esperienza che merita la massima attenzione. Dopo aver prenotato un hotel tramite Booking.com , ha ricevuto una mail dall’aspetto legittimo con oggetto simile a: "Your reservation is at risk of cancellation" Nel corpo del messaggio, un tono urgente: Hi, There's a page ready for you to visit now. www. xxxxxxxxxx . xxx <- sito truffa Please review it in the next 6 hours. Otherwise, your progress may be affected. Quasi in contemporanea, è arrivato un altro messaggio via "chat di Booking" (mail) , apparentemente dallo stesso hotel prenotato. Stesso contenuto, stesso link. Il phishing camuffato da "verifica prenotazione" Il sito di destinazione era una pagina clonata alla perfezione: Al primo step chiedeva i dati personali. Al secondo step, come prevedibile, chiedeva i dati della carta di credito, con la solita formula "Per motivi di sicurezza, l'importo verrà solo temporaneamente trattenuto e po...

Dopo le bombe, i byte. La guerra ibrida tra USA, Iran e Israele

Nella notte tra sabato e domenica, le bombe americane hanno colpito i siti nucleari iraniani con una precisione chirurgica che ha fatto rumore nel mondo fisico. Ma mentre le polveri si depositavano a Fordow e Isfahan, un altro fronte si apriva, invisibile agli occhi ma cruciale: il cyberspazio. E lì, non ci sono sirene né detriti, solo silenzi improvvisi nelle connessioni, pacchetti che non arrivano, servizi che collassano. Da quel momento, l’escalation digitale ha cominciato a prendere forma, accelerando quella che è, a tutti gli effetti, una guerra informatica attiva tra Iran, Israele e Stati Uniti. Nei minuti successivi ai bombardamenti, l’Iran ha cominciato a limitare drasticamente l’accesso alla rete. Una mossa difensiva, certo, ma anche preventiva. Staccare i cavi è una strategia antica quanto efficace: nessuna connessione, nessuna infiltrazione, nessuna fuga di dati. È stato documentato un blackout della connettività con punte del 97% in alcune regioni. La linea è semplice: se t...

Troppo pericolose insieme. Cina e Russia sono davvero alleate?

Secondo un’inchiesta pubblicata dal New York Times, confermata anche dal Financial Times e da fonti ucraine, hacker cinesi avrebbero violato i sistemi informatici russi rubando informazioni militari sensibili, comprese quelle sulla guerra in Ucraina. È un episodio clamoroso che mette in dubbio la tanto sbandierata "partnership senza limiti" tra Vladimir Putin e Xi Jinping. Mentre a livello ufficiale Mosca e Pechino si mostrano unite contro l’Occidente e proclamano intese strategiche, nel cyberspazio sembrano valere altre logiche: quelle del sospetto reciproco e della supremazia informativa. I gruppi cinesi, probabilmente legati all’intelligence di Pechino, hanno preso di mira agenzie statali russe e contractor della difesa, sottraendo piani, analisi e forse perfino vulnerabilità operative. Questa non è una semplice contraddizione, è una crepa. E fa emergere una realtà molto più spietata: l’interesse nazionale viene prima di ogni alleanza ideologica, soprattutto quando si parl...