Durante il We Make Future 2025 di Bologna, il procuratore Nicola Gratteri ha parlato dell’evoluzione delle mafie e del loro crescente uso della tecnologia, in particolare dell’intelligenza artificiale.
Gratteri ha spiegato che le organizzazioni mafiose stanno usando i social, come TikTok, per costruire un’immagine attraente soprattutto per i più giovani. I contenuti vengono studiati per far apparire questi gruppi come modelli di potere e successo, quasi fossero aziende che si promuovono.
Un altro punto toccato è l’utilizzo del dark web per traffici illeciti e per lo scambio di criptovalute. Secondo Gratteri, mentre le mafie adottano strumenti sempre più avanzati, lo Stato spesso continua a utilizzare metodi datati, come i pedinamenti, che da soli non bastano più.
Il suo intervento mette in evidenza un tema importante: la criminalità organizzata si sta adattando rapidamente ai nuovi strumenti digitali. E questo richiede una risposta altrettanto aggiornata, sia da parte delle istituzioni che della società in generale.
Senza fare allarmismi, credo sia giusto seguire con attenzione questi segnali. Capire come si muovono oggi certe realtà può aiutare a non sottovalutare fenomeni che sembrano lontani, ma che spesso ci toccano più di quanto pensiamo.
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