C’è un nuovo tipo di malware che non cerca password o codici complicati. SparkKitty punta alle tue foto salvate nello smartphone, in particolare quelle che contengono seed phrase, cioè le parole segrete usate per recuperare i portafogli di criptovalute. Se queste parole finiscono in uno screenshot o in una foto scattata da te, SparkKitty può trovarle e inviarle ai criminali.
Tutto comincia con un’app apparentemente innocua. Alcune versioni infette sono state perfino trovate su Google Play Store e App Store, come nel caso dell’app cinese “SOEX” su Android e “币coin” su iOS. Queste app, una volta installate, chiedono il permesso di accedere alla galleria o alle foto. Fino a qui sembra tutto normale: molte app fanno lo stesso. Ma SparkKitty, nascosto dentro queste app, inizia a caricare le tue immagini su un server controllato dagli hacker.
Una volta caricate, le immagini vengono analizzate con tecniche di riconoscimento del testo (OCR). L’obiettivo è trovare screenshot o fotografie contenenti le parole chiave dei portafogli crypto. Se SparkKitty riesce a leggere quelle parole, chi le controlla può usarle per entrare nel tuo wallet e trasferire via tutte le criptovalute.
Il malware è evoluto: funziona sia su Android che su iOS, è difficile da notare, e può essere nascosto anche in app che sembrano del tutto legittime, come giochi, app per adulti o addirittura mod di TikTok. Il furto non avviene con attacchi diretti o codici complessi, ma sfruttando una semplice leggerezza: fotografare le seed phrase.
Molti utenti salvano queste parole scattando una foto per comodità. È un’abitudine pericolosa. Una volta online, quelle immagini possono essere usate contro di te. E non si tratta solo di criptovalute: se il malware trova foto sensibili o compromettenti, può esserci anche il rischio di ricatti o furto d’identità.
Per proteggerti, non salvare mai le seed phrase in forma digitale: meglio scriverle su carta e conservarle in un luogo sicuro. Controlla i permessi delle app, rimuovi quelle sospette, e soprattutto evita di installare applicazioni da fonti poco affidabili o store alternativi.
SparkKitty non sfrutta una falla tecnica, ma un errore umano. Semplice, silenzioso, ma devastante.
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