Passa ai contenuti principali

Il nuovo bug di Azure AD consente di utilizzare un attacco brute-force senza essere scoperti

I ricercatori della sicurezza informatica hanno rivelato una vulnerabilità di sicurezza senza patch nel protocollo utilizzato da Microsoft Azure Active Directory che i potenziali avversari potrebbero abusare per mettere in scena attacchi di forza bruta non rilevati.

"Questo difetto permette agli attori di minaccia di eseguire un solo fattore di attacchi brute-force contro Azure Active Directory ( Azure dC ) senza generare di sign-in eventi nel inquilino dell'organizzazione mirato" ricercatori di SecureWorks contatore Threat Unit (CTU) ha detto in un rapporto pubblicato di mercoledì.

Azure Active Directory è la soluzione IAM (Identity and Access Management) basata su cloud aziendale di Microsoft progettata per il Single Sign-On (SSO) e l'autenticazione a più fattori. È anche un componente principale di Microsoft 365 (in precedenza Office 365), con funzionalità per fornire l'autenticazione ad altre applicazioni tramite OAuth.

Il punto debole risiede nella funzionalità Seamless Single Sign-On che consente ai dipendenti di firmare automaticamente quando utilizzano i propri dispositivi aziendali collegati alle reti aziendali senza dover inserire alcuna password. L'accesso SSO senza soluzione di continuità è anche una "caratteristica opportunistica" in quanto se il processo fallisce, l'accesso torna al comportamento predefinito, in cui l'utente deve inserire la propria password nella pagina di accesso.

Per ottenere ciò, il meccanismo si basa sul protocollo Kerberos per cercare l'oggetto utente corrispondente in Azure AD ed emettere un ticket di concessione del biglietto (TGT), consentendo all'utente di accedere alla risorsa in questione. Ma per gli utenti di Exchange Online con client Office precedenti all'aggiornamento di Office 2013 maggio 2015, l'autenticazione viene eseguita tramite un endpoint basato su password denominato "UserNameMixed" che genera un token di accesso o un codice di errore a seconda che le credenziali siano valide.

Sono questi codici di errore da cui deriva il difetto. Mentre gli eventi di autenticazione riusciti a creare sign-ins log dopo l'invio dei token di accesso, " Autologon autenticazione s' a Azure AD non è connesso", permettendo l'omissione di essere sfruttato per non rilevati attacchi brute-force attraverso l'endpoint UserNameMixed.

Commenti

Popolari

WinRAR sotto attacco, zero-day critica sfruttata da hacker russi

Il 10 agosto 2025 è stata resa pubblica la vulnerabilità CVE-2025-8088 di WinRAR, una falla di tipo directory traversal già sfruttata in attacchi mirati da RomCom, gruppo hacker legato alla Russia e noto per operazioni di cyber-spionaggio ed estorsione. Il problema risiede nella gestione dei percorsi all’interno di archivi compressi: un file RAR malevolo può includere riferimenti a directory specifiche del sistema, forzando WinRAR a estrarre file in percorsi diversi da quelli scelti dall’utente. In particolare, è possibile copiare eseguibili nelle cartelle di avvio automatico di Windows, come %APPDATA%\Microsoft\Windows\Start Menu\Programs\Startup o %ProgramData%\Microsoft\Windows\Start Menu\Programs\StartUp. Alla successiva accensione del PC, il malware viene avviato in automatico, ottenendo così persistenza sul sistema e potenzialmente consentendo il controllo remoto. Gli attacchi osservati sono stati condotti tramite campagne di spear-phishing: le vittime ricevevano email contenenti...

Nuovo attacco agli ambienti ibridi Microsoft, l’allarme lanciato a Black Hat. Active Directory ed Entra ID sotto esame, la tecnica che sfida MFA e controlli tradizionali

A Black Hat USA 2025 è stata mostrata una lezione dura ma utile per chiunque gestisca identità e mail aziendali: un ricercatore ha dimostrato come, in certi ambienti ibridi che sincronizzano Active Directory locale con Microsoft Entra ID (ex Azure AD), un account cloud apparentemente a bassa priorità possa essere trasformato in un account “ibrido” con privilegi amministrativi, senza passare dalle normali barriere di autenticazione e senza far scattare gli allarmi tradizionali. La dimostrazione — presentata da Dirk-jan Mollema di Outsider Security — ha messo in luce vettori di abuso legati al server di sincronizzazione (Entra Connect), alle modalità di corrispondenza degli account tra on-prem e cloud (soft matching) e a token/claim usati nei meccanismi di delega e in Exchange ibrido. Per chi non mastica quotidianamente questi termini: molte aziende hanno ancora un Active Directory “dentro l’azienda” per utenti e servizi, e allo stesso tempo usano servizi cloud come Microsoft 365. Per fa...

Italia, via libera al contrattacco cyber. Il nostro Paese ora può rispondere colpo su colpo

Immagina una stanza blindata, luci basse, grafici e mappe digitali proiettati sulle pareti: in mezzo al tavolo, una decisione da prendere in pochi minuti. È lo scenario che la nuova norma italiana rende possibile, dando al Presidente del Consiglio il potere di autorizzare, dopo consultazione con CISR e Copasir, un contrattacco cibernetico vero e proprio. Non parliamo di alzare firewall o bloccare un IP, ma di operazioni offensive su scala statale, condotte da AISE e AISI, con il coordinamento del DIS e il supporto del Ministero della Difesa. Il quadro è stato reso operativo con il Decreto Sicurezza (DL 48/2025, legge dal 9 giugno), che ha messo nero su bianco procedure, ruoli e condizioni. La norma prevede tre requisiti fondamentali: il bersaglio dev’essere identificabile con alto grado di certezza (ad esempio un gruppo APT o un’infrastruttura C2 specifica), le difese convenzionali devono essersi dimostrate inefficaci e la minaccia deve riguardare la sicurezza nazionale o quella di un...