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L’ennesimo paradiso digitale per criminali? AEZA Group finisce nel mirino delle sanzioni USA

AEZA Group. Nome magari poco noto a chi non bazzica nel lato oscuro della rete, ma familiare a chi si occupa davvero di infrastrutture abusive. Gli Stati Uniti l’hanno inserito tra gli obiettivi di sanzioni per aver fornito servizi di hosting “bulletproof” a gruppi criminali e APT, molti dei quali legati alla Russia.

Non è una novità. La Russia continua a coltivare un certo ecosistema tollerante, se non complice, nei confronti delle cyber-operazioni ibride: criminali che agiscono per profitto, ma in ambienti protetti, con la connivenza di provider che non chiedono nulla e non rispondono a nessuno. Un modello già visto: Ecatel nei primi anni 2000 permetteva DDoS, phishing e spam come se nulla fosse. Basta pagare. Stop.

AEZA si inserisce nella stessa scia. L’OFAC (Office of Foreign Assets Control) ha collegato il gruppo a Kelvin Security, LockBit, e persino ad attività di ransomware-as-a-service. Non parliamo quindi solo di criminalità opportunistica, ma di operazioni strutturate, organizzate, con livelli diversi di affiliazione e di protezione statale.

Il problema, ancora una volta, è che questi attori agiscono grazie a una banda abbondante, distribuita in data center disposti a chiudere un occhio, quando non entrambi. Non stiamo parlando di exit node in TOR, ma di IP con ASN regolari, spesso affittati da piccole imprese nei Paesi Bassi, in Lettonia, in Moldavia. AEZA aveva persino presenze in data center mainstream, spacciandosi per fornitore di CDN.

Le sanzioni servono? Sì, ma non bastano. Servono solo a bloccare il denaro e a segnare un confine diplomatico. Ma tecnicamente, la cosa più importante è rompere la filiera tra questi provider e i registrar, tra le ASN e i LIR che continuano a rilasciare blocchi IP senza validazione, tra i server e le CDN che — magari inconsapevolmente — ospitano malware e C2.

La Russia? Prova sempre a mantenere una zona grigia: dire che non c’entra nulla, ma intanto creare un ambiente dove certi attori sanno di poter agire impuniti. Gli Stati Uniti lo hanno capito. L’Europa, ancora no.

AEZA è solo uno dei nomi. Domani ce ne sarà un altro.

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