Nel maggio 2025, la Repubblica Ceca ha accusato la Cina di aver orchestrato un cyberattacco contro il suo Ministero degli Esteri, attribuendo l'azione al gruppo di hacker APT31, presumibilmente legato ai servizi segreti cinesi. L'attacco avrebbe compromesso comunicazioni non classificate tra ambasciate e istituzioni dell'UE, risalendo al 2022, periodo in cui la Cechia deteneva la presidenza di turno dell'UE.
Il ministro degli Esteri ceco, Jan Lipavský, ha definito l'attacco una "campagna cibernetica ostile", convocando l'ambasciatore cinese a Praga e sottolineando che tali azioni minano la credibilità della Cina e contraddicono le sue dichiarazioni pubbliche.
La risposta internazionale non si è fatta attendere: l'Unione Europea e la NATO hanno espresso solidarietà alla Repubblica Ceca, condannando l'attacco come una violazione delle norme internazionali. Kaja Kallas, alto rappresentante dell'UE, ha sottolineato che tali attacchi sono inaccettabili e ha esortato la Cina a prevenire attività cibernetiche dannose dal suo territorio.
Dall'altra parte, la Cina ha respinto le accuse come infondate e calunniose. Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, ha dichiarato che la Cina si oppone fermamente a qualsiasi forma di cyberattacco e che tali accuse sono motivate politicamente. Ha inoltre sottolineato che la Cina è essa stessa vittima di numerosi attacchi informatici provenienti dall'estero.
Questo incidente si inserisce in un contesto più ampio di tensioni tra la Cina e i paesi occidentali riguardo alla sicurezza cibernetica. Negli ultimi anni, diversi stati hanno accusato gruppi di hacker cinesi di attività di spionaggio e furto di proprietà intellettuale. La Cina, dal canto suo, ha sempre negato tali coinvolgimenti, sostenendo di essere un difensore della cybersicurezza e una vittima di attacchi.
La verità, come spesso accade nel mondo dello spionaggio digitale, rimane avvolta nel mistero. Le prove concrete sono difficili da ottenere e le attribuzioni possono essere facilmente contestate. In un'epoca in cui le guerre si combattono anche nel cyberspazio, distinguere tra realtà e finzione diventa sempre più complesso.
Il caso del cyberattacco al Ministero degli Esteri ceco solleva interrogativi inquietanti: chi sono i veri responsabili? Quali sono le motivazioni dietro tali azioni? E, soprattutto, come possono gli stati proteggersi in un mondo sempre più interconnesso e vulnerabile?
Forse, in questa rete di accuse e smentite, la verità sfugge come un'ombra nel buio del cyberspazio, lasciando solo tracce evanescenti e domande senza risposta.
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